KREMSMUNSTER, Abbazia di
KREMSMÜNSTER, Abbazia di (Chremsia, Chremsa, Chremsmunistur, Chremsmunster, nei docc. medievali)
Abbazia benedettina dell'Austria Superiore, in Stiria, posta al margine meridionale di un terrazzamento sopra la valle del fiume Krems.K. venne fondata prima del 777 dal duca di Baviera Tassilone III, della famiglia degli Agilolfingi, e popolata da una comunità di monaci provenienti da Mondsee, che seguiva una regola mista.La chiesa, dedicata al Salvator mundi, venne consacrata nel 777 (l'atto di donazione, databile al 9 novembre dello stesso anno, è tramandato da copie dei secc. 13° e 14°); in tale occasione il duca donò all'abbazia chiese, boschi, villaggi e altri beni, nonché servi: pescatori, lavoranti nelle miniere di sale, vignaioli, apicoltori, fabbri, contadini. È possibile che a questo stesso momento risalga la donazione del c.d. calice di Tassilone (Schatzkammer), prodotto dell'arte di derivazione anglosassone sul continente, forse eseguito a Ratisbona; l'iscrizione lungo il bordo del piede nomina Tassilone e sua moglie, la principessa longobarda Liutbirga, definita come virga regalis (germoglio regale), un'espressione con cui Tassilone intendeva sottolineare la rivendicazione di autonomia del ducato di Baviera da lui avanzata nei confronti del potere carolingio.Dopo la destituzione di Tassilone da parte di Carlo Magno nel 787 (nel 788 il duca venne condannato a morte; successivamente venne graziato, morì recluso in monastero dopo il 794, l'11 dicembre) e l'annessione della Baviera al regno dei Franchi, K. divenne abbazia reale. Nel 791 Carlo Magno confermò le donazioni di Tassilone. Poco dopo venne realizzato, a K. stessa o a Mondsee, un evangeliario, il c.d. Codex Millenarius Maior (Stiftsbibl., Cim. 1), in minuscola carolina, con gli evangelisti raffigurati secondo un modello dell'Italia settentrionale risalente al 6° secolo.Agli inizi del sec. 9° nell'abbazia venne adottata la Regula s. Benedicti pura. A quell'epoca il complesso possedeva anche due bibbie latine (Stiftsbibl., Frag. I/1, I/2, I/6, I/7, I/15).Nell'893 l'imperatore Arnolfo di Carinzia donò a K. le reliquie del martire paleocristiano Agapito e probabilmente nello stesso periodo giunse all'abbazia un secondo evangeliario, il c.d. Codex Millenarius Minor (Stiftsbibl., Cim. 2), dell'860 ca., prodotto a Frisinga.L'incursione degli Ungari all'inizio del sec. 10° segnò la decadenza del monastero e la perdita dei territori di sua pertinenza; esso quindi passò nei possedimenti del ducato di Baviera e, come 'commenda' senza abate, fu ricompreso fra i monasteri propri del vescovo di Passau.A partire dal 1013 ca., pur rimanendo soggetta a Passau, K. ebbe tuttavia un proprio abate. L'abate Sigmar di Niederaltaich (ca. 1013-1040) introdusse a K. l''antica riforma di Gorze' e fece redigere un inventario dei libri e del tesoro: secondo tale documento (contenuto nello stesso codice Cim. 2) l'abbazia possedeva paramenti, quattro calici d'argento e uno d'oro, quattro croci dorate e una d'argento, due turiboli di bronzo e uno d'oro, così come due candelabri d'oro e d'argento, questi ultimi identificabili con una coppia di candelabri conservati a K. (Schatzkammer), della metà del sec. 10°, prodotti in Inghilterra, nella tradizione locale erroneamente collegati alla persona del fondatore e perciò detti candelabri di Tassilone. Tutti gli altri paramenti e suppellettili sono perduti.All'epoca dell'abate Erenbert I (1052-1062) la chiesa abbaziale, danneggiata da un incendio, venne riedificata.Dopo il 1066 il vescovo di Passau, Altmann (1065-1091), chiamò da Gorze Theoderich come abate (dopo il 1066-1085), il quale introdusse a K. la 'nuova riforma di Gorze'.Sotto l'abate Alram I (m. nel 1123) è attestata l'esistenza di uno scriptorium, cui vanno ricondotti vari codici conservati a K. (Stiftsbibl., CC. 28; Frag. I/25; CC. 309; Frag. II/51; Frag. II/52; Frag. II/81), mentre a partire dal 1142 venne iniziata la redazione della più antica cronaca dell'abbazia. Una serie di manoscritti testimonia dell'attività dello scriptorium anche alla metà del 12° secolo. All'epoca degli abati Alram (Adalram) II (1165-1173) e Ulrich III (1173-1182) venne accolta la riforma cluniacense, prima secondo la versione di Fruttuaria-St. Blasien, poi secondo quella di Hirsau.L'abate Rudolf (1209-1222) fece erigere la Marienkapelle, consacrata nel 1220, posta a S della chiesa abbaziale e orientata. L'abate Heinrich von Plaien (1230-1247) diede inizio nel 1232, dopo un incendio, alla nuova costruzione della chiesa abbaziale: una basilica a tre navate, di cinque campate con copertura a volta, transetto non sporgente, absidi scalari e un sistema a doppia torre con atrio e tribune. I lavori iniziarono da E sotto la direzione del capomastro Rugerus de Ripa. Nello stesso anno vennero trasferiti dall'antica chiesa abbaziale nella Marienkapelle i resti, di identificazione problematica, venerati come quelli di Gunther, un figlio di Tassilone, e, all'epoca dell'abate Ortolf (1247-1256), le reliquie di s. Agapito, che vennero deposte sotto l'altare; forse in questo stesso momento venne realizzata una testa-reliquiario in argento dorato per il capo del martire, di cui si hanno indicazioni risalenti al 1527.Con l'abate Friedrich I von Aich (1274-1325), che favorì l'influsso dei Cistercensi, l'abbazia conobbe un'ulteriore fase di sviluppo: il corpo longitudinale della chiesa venne completato con la costruzione dell'ultima campata a O, le reliquie di s. Agapito vennero traslate nuovamente nell'edificio e inumate sotto l'altare maggiore (consacrato nel 1283). Il cronista Berthold intorno al 1300 riportò la leggenda, relativa alla fondazione, secondo la quale Tassilone avrebbe edificato il monastero nel luogo dove suo figlio Gunther avrebbe perso la vita per un incidente di caccia (Descriptio monasterii Cremifanensis; MGH.SS, XXV, 1880, pp. 638-651). Nel 1304 presso l'altare della croce venne eretto un grande sepolcro per i resti di Gunther: se ne conserva oggi, al piano terreno della torre meridionale, la lastra sepolcrale con la raffigurazione del figlio del duca. Friedrich I arricchì ulteriormente il tesoro della chiesa (dei nuovi oggetti acquisiti rimane solo una croce-reliquiario, nella Schatzkammer, degli inizi del sec. 14°, forse prodotta nella Germania meridionale), fece restaurare alcuni pezzi - come la testa-reliquiario di s. Agapito e il braccio-reliquiario di s. Biagio, entrambi perduti - e redigere un nuovo inventario del tesoro, che intorno al 1300 era in parte conservato in un armarium della chiesa. Nello scriptorium venne compilata, tra l'altro, la c.d. Aichbibel, in quattro volumi (Stiftsbibl., CC. 351-354), miniata a St. Florian.Nel 1419 a K. venne introdotta la riforma di Melk. L'abate Jakob Teutlkofer (1419-1454) acquistò calici, ostensori, ecc.; l'abate Ulrich IV Schoppenzaun (1454-1484) altri calici, croci pettorali, un pastorale, forse identificabile con quello conservato nella Schatzkammer, e paramenti serici. Dal sec. 15° il tesoro era custodito in un ambiente ricordato come sacristia o sacrarium, probabilmente da riconoscere nella c.d. sagrestia superiore posta sopra la Marienkapelle.Nel sec. 16° il pericolo dei Turchi costrinse a trasferire le suppellettili ecclesiastiche di valore, comprese la legatura dei codici Cim. 1 e 2 e la testa-reliquiario di s. Agapito; al più tardi agli inizi del sec. 17° i paramenti medievali furono ceduti o andarono distrutti. Fra gli oggetti ancora conservati nella Schatzkammer, la c.d. croce a disco di K., del 1165-1170, prodotta in Bassa Sassonia, venne acquistata a Linz sotto l'abate Erenbert II Schrevogl nel 1671.Il calice e i c.d. candelabri di Tassilone e il Codex Millenarius Maior vengono ancora impiegati nella liturgia in speciali ricorrenze, tra cui quella dell'11 dicembre, celebrante il giorno della morte del duca, lo Stiftertag.L'aspetto attuale dell'impianto monastico è quello conferitogli dai rifacimenti e dalle nuove costruzioni dei secc. 16°-19°, a cui furono sacrificati gli edifici precedenti, compresa la Marienkapelle (demolita nel 1676). Solo la basilica tardoromanico-gotica si è conservata, benché notevolmente trasformata dalla seconda fase di barocchizzazione dell'epoca degli abati Erenbert II Schrevogl (1669-1703) e Alexander II Strasser (1709-1734). Le strutture originarie sono state riportate alla luce in diversi punti dell'esterno (abside principale, due portali, zona delle tribune, ecc.) negli anni 1937, 1948 e 1972-1974.
Bibl.: Die Kunstdenkmäler des Benediktinerstiftes Kremsmünster, a cura di E. Frodl-Kraft (Österreichische Kunsttopographie, 43), Wien 1977; H. Fill, Katalog der Handschriften des Benediktinerstiftes Kremsmünster, I, Von den Anfängen bis in die Zeit des Abtes Friedrich von Aich (ca. 800-1325), Wien 1984; H. Fillitz, M. Pippal, Schatzkunst. Die Goldschmiede- und Elfenbeinarbeiten aus österreichischen Schatzkammern des Hochmittelalters, Salzburg-Wien 1987, pp. 59 nr. 2, 65 nr. 3, 159-164 nrr. 38-39, 348-350 nr. 95; Bernward von Hildesheim und das Zeitalter der Ottonen, cat. (Hildesheim 1993), Hildesheim-Mainz a. R. 1993, II, pp. 308-309 nr. V-41; Geschichte der bildenden Kunst in Österreich, a cura di H. Fillitz (in corso di stampa).M. Pippal