ALTAVILLA, Abbalardo d'
Figlio di Unfredo e di una nipote di Gisulfo di Salerno, alla morte del padre (1057) fu affidato, col fratellastro Ermanno, alla tutela dello zio, Roberto il Guiscardo, che spogliò entrambi d'ogni possesso. L'A. non perdonò mai al Guiscardo questa sua prepotenza: prese parte, perciò, alla grande insurrezione pugliese contro di lui (1064), impegnando la sua fedeltà al catapano di Bari Abulcaré e consegnandogli come ostaggio il fratellastro Ermanno. Dopo quattro anni di ribellione, vinto (1068) dal Guiscardo, riottenne, sia pure solo in parte, i suoi beni pugliesi. Al momento dell'assedio normanno di Palermo (1071), ribellatosi di nuovo allo zio, ne occupo territori in Puglia e gli rifiutò obbedienza. Passò poi in Calabria, occupando S. Severina, ove fu assediato, per molto tempo, dal Guiscardo, prontamente accorso (1073). Indotto ad arrendersi dopo circa tre anni (1075), con la promessa della liberazione di Ermanno, che era chiuso in un forte del Gargano, riprese le ostilità quando seppe che il Guiscardo non avrebbe, per un'abile restrizione mentale, adempiuto alla sua parola. Si ritirò allora, sempre ribelle, a Sant'Agata di Puglia (Foggia), ove resistette fino al 1078, quando, per l'intervento di sua madre, ottenne il perdono dello zio. Appena un anno dopo, avendo sposato la figlia di Argirizzo, signore di Bari, partecipava alla rivolta pugliese capeggiata dal suocero, battendo presso Troia Boemondo, figlio del Guiscardo, e passando poi ad attaccare Ascoli Satriano. Ma, rinchiuso ed assediato dal Guiscardo in Bari, fuggi, per non cadergli nelle mani, e trovò rifugio nell'Impero bizantino (1080).
Recatosi alla corte di Alessio Comneno, fu dall'imperatore incaricato di fomentare una rivolta in Puglia, al momento dell'attacco normanno contro la Grecia (1081). Infatti l'A. ritornò in Puglia, suscitandovi una vasta ribellione, ma dalla vigorosa controffensiva normanna fu costretto a tornare per aiuti a Costantinopoli, ove, secondo una notizia di Guglielmo Apulo, morì poco dopo.
Fonti e Bibl.: Tra le principali ricordiamo: Guillermi Apuliensis Gesta Roberti Wiscardi, II, vv. 364-374, 450 ss.; III, passim; IV, vv. 530 ss., in Monumenta Germ. Hist., Scriptores, IX, Hannoverae 1851, pp. 261, 263, 276, 279, 289; De rebus gestis Rogerii Calabriae et Siciliae comitis et Roberti Guiscardi ducis, fra tris eius, auctore Gaufrido Malaterra, in Rer. Italic. Script.,2 ediz., V, 1, a cura di E. Pontieri, pp. 59 s.; Amato di Montecassino, Storia de' Normanni, a cura di V. de Bartholomaeis, Roma 1935, in Fonti per la Storia d'italia, LXXVI, cfr. Indice.Per la bibliografia ci limitiamo a rinviare a F. Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie et en Sicile, I, Paris 1907, pp. 149, 180, 182, 184 s., 223 ss., 232 s., 240 s., 251, 254, 256, 258, 267, 273 s.; M. Schipa, il Mezzogiorno d'italia anteriormente alla monarchia, Bari 1923, pp. 169, 179, 185; E. Pontieri, I Normanni nell'italia merid. I, La Conquista, Napoli 1948, p. 76.