PHILADELPHEIA, 2° (v. vol. VI, p. 120)
Il rapido e imponente sviluppo della città di 'Ammān degli ultimi anni ha interessato tutta l'area dell'insediamento antico: nuovi importanti dati sono emersi da occasionali scavi d'emergenza, mentre indagini sistematiche legate a progetti di restauro hanno interessato l'acropoli e l'area del foro.
Oltre a sporadici reperti risalenti al Neolitico, gli scavi dell'acropoli hanno dimostrato che la collina fu continuamente abitata a partire dall'Età dell'Antico Bronzo (3000- 2300 a.C.), mentre le prime fortificazioni sono da datare al Medio Bronzo (2000-1500 a.C.). Ulteriori testimonianze del periodo più antico sono state individuate nei dintorni della città: sono fra l'altro da ricordare una tomba ipogea a due camere del Medio Bronzo e soprattutto il complesso presso l'aeroporto. Quest'ultimo è costituito da un edificio isolato a pianta quadrata (m 15 circa per lato), articolato internamente in una cella centrale (m 4 X 4), circondata da corridoi: sebbene la sua destinazione d'uso rimanga di interpretazione incerta (comunque legata a funzioni religiose o, più probabilmente, funerarie), i materiali rinvenuti (tra cui ceramica micenea e cipriota) datano la sua costruzione nel Tardo Bronzo.
Scarsi sono i rinvenimenti della prima Età del Ferro, vale a dire riferibili alla Rabbath Ammon menzionata dalla Bibbia, mentre l'importanza acquisita dalla città durante il periodo assiro è testimoniata da significativi ritrovamenti (soprattutto presso l'area del teatro).
Al momento non sono note evidenze direttamente pertinenti alla fondazione della Ph. tolemaica, e, di fatto, per il periodo anteriore alla conquista romana rimangono solamente lacerti murarî e parti di opere di fortificazione sull'acropoli. Tale carenza di dati per il periodo ellenistico sembra in parte dovuta alle cospicue attività edilizie che interessarono la città in epoca imperiale, ma che tuttavia si adattarono verosimilmente alle linee generali dello schema urbanistico. A questo periodo risale infatti con tutta probabilità l'impianto dei due principali assi viarî della città: il c.d. decumano (orientato in gran parte in senso SO-NE, secondo l'andamento del fiume Sayl 'Ammān) e la via ortogonale (nota come cardo) che corre a O dell'acropoli. In età imperiale le due arterie furono trasformate in strade colonnate, ampie m 11, in ordine corinzio (gli elementi architettonici recuperati presentano differenti cronologie), mentre il fiume fu arginato da muri continui e, in taluni punti, coperto da volte a botte.
Le recenti indagini archeologiche hanno individuato una vasta piazza porticata a pianta trapezoidale, ampia m ιοο χ 50, nota come foro. L'area era circoscritta dal teatro a S, l’odèion a E e il c.d. decumano a N: un ulteriore edificio pubblico doveva sorgere sul lato occidentale, dove è stata individuata una scalinata monumentale. Al complesso è stata attribuita un'iscrizione menzionante un tristòon (triplo portico), datata al 189 d.C., da considerarsi comunque pertinente a un rifacimento, dal momento che i capitelli dei portici E e S risalgono agli inizî del II sec. d.C. Secondo i risultati dei sondaggi stratigrafici, l’odèion fu costruito contestualmente alla piazza, mentre il teatro risalirebbe a un periodo poco più tardo (seconda metà del II sec. d.C.).
Numerose campagne di scavo hanno interessato l'area dell'acropoli, evidenziandone i principali monumenti di età imperiale. Nella «Città Bassa» un propileo monumentale (largo m 25) a tre ingressi in antis segnava l'inizio di una strada che conduceva alla sommità della collina, articolata in tre terrazze regolarizzate da opere di contenimento e di difesa.
La terrazza mediana ospitava il tèmenos del Tempio di Eracle, ampio m 119 X 73; l'edificio di culto era períptero, ma lo stato di conservazione delle strutture superstiti non consente di chiarire se fosse tetrastilo o esastilo, ovvero se il monumento abbia cambiato aspetto nel tempo. Le indagini di scavo sembrano smentire l'ipotesi di un luogo di culto presente nel sito già nel periodo ammonita, mentre un'iscrizione del principato di Marco Aurelio rinvenuta nel prònaos data con tutta probabilità la fase principale delle strutture oggi visibili.
La terrazza superiore era articolata in due recinti di ampiezza differente (quello meridionale m 78 X 126, quello settentrionale m 48 X 104), divisi da un muro decorato da nicchie inquadrate da piccole colonne su podio, la cui decorazione rinvia al periodo antonino. La presenza del palazzo omayyade rende problematica la conoscenza del sito: si è comunque proposto che il tèmenos meridionale ospitasse un tempio, la cui ubicazione decentrata era dovuta alla presenza di una via colonnata che portava al recinto superiore, dove era il tempio principale, in questo caso fronteggiato da un altare monumentale.
Bibl.: Oltre alle notizie delle attività archeologiche a Ph. edite periodicamente sulla rivista Annual of the Department of Antiquities of Jordan, v. G. R. H. Wright, The Bronze Age Temple at Amman, in Zeitschrift für alttestamentliche Wissenschaft, LXXVIII, 1966, pp. 351-359; J. B. Hennessy, Excavations of a Late Bronze Age Temple at Amman, in PEQ, XCVIII, 1966, pp. 155-162; A. Hadidi, The Roman Forum at Amman (diss.), Ann Arbor 1970; F. Zayadine, An EB-MB Bilobate Tomb at Amman, in Archaeology in the Levant. Essays for Kathleen Kenyon, Warminster 1978, pp. 59-66; A. Hadidi, The Roman Town- Plan of Amman, ibid., pp. 211-222; A. Almagro, The Survey of the Roman Monuments of Amman by the Italian Mission in 1930, in AAJ, XXVII, 1983, pp. 607-639; L. G. Herr e altri, The Amman Airport Excavations 1976 (AASOR, 48), Chicago 1983; A. Segal, Town Planning and Architecture in Province Arabia, Oxford 1988; D. Huff, Das Qasr Nuweijis bei Amman, in IstMitt, XXXIX, 1989, pp. 223-236; J. Humbert, F. Zayadine, Trois campagnes de fouilles à Amman (1988-1991). Troisième Terrasse de la Citadelle, in RBibl, IC, (1992) pp. 214-260; A. Northedge, Studies on Roman and Islamic 'Amman, I, Oxford 1992.